Oggi voglio parlare nei minimi dettagli di come sono riuscito a capitalizzare un intero segmento search su Google. Significa che sono riuscito ad irrompere in un settore partendo da un dominio appena registrato, ho sbaragliato tutta la concorrenza ed ho conquistato tutti gli obiettivi Seo che mi sono prefisso, il tutto nel minor tempo possibile. Il risultato finale si presenta più o meno così: il sito appare in cima (top 3) per centinaia di keywords correlate all’argomento di cui tratto.
Da come ne parlo sembra una vera e propria guerra e non posso negare che lo sia. I posizionamenti su Google si tramutano in denaro, di conseguenza per fare Seo è necessario raccogliere con tutte le risorse a propria disposizione per raggiungere il risultato nel modo più solido possibile.
Per documentare il tutto prenderò come esempio un mio progetto test in cui ho riscontrato i movimenti più rapidi ed interessanti in SERP fino ad ora. L’obiettivo è illustrare tutto ciò che ho fatto perché possa essere utile a chiunque, ma mi rendo conto che sia un’operazione molto difficile da eseguire, perciò cercherò di spiegare il tutto in modo chiaro e diretto.
1. Una questione di grandezza (Business Plan)
2. Pubblicazione ed Organizzazione (On-Page)
3. Link Building (Off-Page)
4. Traffico e Trends (Analisi Dati)
5. Velocità del Sito (Ottimizzazione)
Una questione di grandezza
Il primo presupposto dal quale desidero partire è la grandezza del sito. E’ praticamente impossibile dominare un settore, anche di nicchia, con pochi contenuti. Persino nelle nicchie più piccole ci sono decine di testi da far redigere per spiegare al proprio target come raggiungere un particolare obiettivo, quindi mi riferisco anche alle keywords con volume di ricerca inferiore alle 10 ricerche mensili che però nascondono una miniera d’oro di search intents. Ma come fare Seo con volumi così bassi? Bene, spesso i volumi sono bassi perché in realtà si tratta di varianti di keywords molto più trafficate, dunque voglio specificare che un sito grande, che sia anche in grado di capitalizzare un intero settore, debba avere pagine ricche di contenuti che non targetizzano letteralmente nulla di prevedibile dal punto di vista della keyword research.
L’obiettivo della keyword research, a mio parere, non è trovare parole da inserire nei propri testi, è più un modo per comprendere a quali informazioni è interessato un determinato target. Se poi il Title sarà “Come potare l’erba del giardino” oppure “Come curare l’erba del giardino con la potatura” poco importa, perché sono la stessa identica cosa.
Il sito oggetto del mio test attualmente possiede 746 pagine indicizzate in Google, internamente parliamo di 601 contenuti di qualità tra recensioni/tutorial e di 97 categorie per le marche dei prodotti, il blog, le news ed il glossario. Le restanti pagine sono di servizio, cioè contatti, chi siamo e così via.
Come ho capito che il mio sito dovesse essere così grande per dominare un settore? Ho fatto un’analisi approfondita dei miei concorrenti ed il mio competitor più forte ed importante possiede 400 risultati totali che, da un’analisi più attenta, svelano al massimo 250 contenuti.
In questo contesto ho analizzato le opportunità riguardanti gli argomenti, dunque ho voluto scoprire se fosse possibile creare un sito più approfondito del mio competitor più grande. Ho subito scoperto che i modelli di questo determinato prodotto sono davvero tantissimi e che il mio competitor stava trattando meno del 30% degli argomenti, concentrandosi solo su quelli con più traffico. Per questi argomenti era primo, ora a distanza di 6 mesi ha dovuto lasciare il posto al mio sito, decisamente più completo e popolare.
Ho deciso di fare Seo creando contenuti per keywords inesistenti cioè, se le cercate in qualsiasi tool, non compaiono perché non hanno un volume ben definito tuttavia, essendo un appassionato del settore in questione, mi son detto: “Questo prodotto esiste e so benissimo che la gente lo cerca o lo cercherà”. Poi ho controllato sui vari ecommerce per accertarmi che fosse un prodotto in vendita perché, se non lo vende nessuno, molto probabilmente non c’è richiesta e questo sarebbe un vero problema. Accertato che si vendesse su Amazon.it, Unieuro ed Euronics, ho deciso di creare contenuti per quel determinato prodotto. Da tutta questa procedura si ottengono 2 vantaggi immensi:
- Concorrenza quasi pari a zero: pochi investirebbero in una keyword dal volume di ricerca prossimo allo zero, non comprendendo però che il search volume è un dato troppo volatile e non indica lo stato reale delle richieste per un argomento. Google sta già agendo per tentare di oscurare e di rendere confusi questi dati proprio per evitare che si creino contenuti palesemente ottimizzati per una determinata keyword (comportamento dannoso per Google e per gli utenti che trovano contenuti studiati per i motori di ricerca e di difficile lettura).
- Potenziamento del contesto: valutando la creazione di contenuti su argomenti che quasi tutti ignorano, significa riuscire a creare Silo molto più approfonditi, rafforzando la rilevanza del sito per un determinato argomento. Se un nostro concorrente possiede un silo da 5 contenuti e magari si è detto “Ho concluso tutti gli argomenti di cui dovevo parlare”, noi possiamo creare un silo da 8 o 10 contenuti comprendendo anche quelli che ad un occhio poco esperto sembrano insignificanti.
Da questo scenario emerge un fattore molto importante, l’approfondita conoscenza del settore nel quale si andrà ad operare. In tal senso, quando lavoro in settori che non conosco, pianifico i contenuti sulla base delle domande che vengono poste più frequentemente sui forum, nei gruppi dei social networks e nell’infinito tam tam della rete. Utilizzando gli operatori di ricerca di Google si possono effettuare ricerche molto approfondite come ad esempio:
intext:”miglior smartphone” inurl:”forum” -intitle:”motorola”
In questo caso troverò tutte le pagine che nell’URL hanno la path /forum in cui si parla esplicitamente dei migliori smarphone e voglio escludere le pagine il cui titolo contiene la parola motorola perché ritengo che i migliori smartphone non appartengano a questo brand. Una volta identificate le principali problematiche legate ai “migliori smartphone” cerco di creare un piano editoriale che letteralmente risponda alle problematiche degli utenti, a prescindere dai volumi di ricerca o dalla popolarità delle keywords.
Topic e Specificità
Un sito grande non necessariamente costituisce un portale molto specifico o approfondito. Questo perché oltre ad una grande quantità di contenuti c’è bisogno che questi siano molto approfonditi e che siano incentrati su argomenti molto specifici che spesso non vengono affrontati dalla concorrenza. Parlo di ciò che in marketing si definisce “domanda potenziale”, si tratta di creare contenuti non solo per il proprio target di riferimento, costituito dalla domanda primaria, ma di individuare argomenti affini dai quali portare traffico in forte target, basandosi su precise ricerche.
Per esempio, chi è interessato ad acquistare un televisore, è molto probabile che in modo indiretto stia cercando anche un mobile dove appoggiarlo, lo stesso vale nel caso dei supporti a muro o da pavimento. Prevedendo in questo modo le esigenze del proprio target, è possibile dare una mano al visitatore ed è più facile trasformarlo in un cliente, guadagnando fiducia ed allo stesso tempo migliorando le performances del proprio ecommerce con il cross-selling e l’aumento della spesa media pro capite.
Queste osservazioni si basano su un concetto alquanto semplice: “L’autorevolezza in un settore si raggiunge quando si intercetta il 100% dei bisogno di un target ben definito”. Più ci si avvicina a quella percentuale e più valore si riesce ad offrire all’utente, dando consigli a 360 gradi che nel caso dei televisori sono: telecomandi, supporti, prodotti per la pulizia, giusta postura e distanza, differenze tra le varie tecnologie (LCD, LED etc), glossario, news ed argomenti in tranding.
Capitalizzare un intero mercato search senza questi presupposti è davvero difficile, forse se ne potrà conquistare solo una parte, ma in tal caso è un qualcosa che può raggiungere chiunque. Quando parliamo di siti da 500+ pagine di contenuti di qualità, stiamo scremando in modo importante tutti i nostri competitors attuali e quelli futuri, i quali dovranno mettere in preventivo un budget di tutto rispetto e tempistiche impegnative. Tale discorso è da contestualizzare con i differenti mercati, ma posso garantire come una tale mole di contenuti, guide e news possa rappresentare una bella sfida.
Redazione dei Testi
Una volta assodato che c’è spazio in un determinato segmento search e che l’attuale offerta di contenuti non sia del tutto adeguata al settore, procedo con la creazione del piano editoriale. L’obiettivo di questa fase è pianificare la quantità di contenuti, la loro complessità e l’individuazione delle figure giuste per la tipologia di lavoro di redazione dei testi di cui ho bisogno.
Avendo bisogno di 600+ contenuti in questo particolare caso mi sono affidato a Melascrivi e l’ho fatto per le seguenti ragioni:
- Non è necessario conoscere alcun “copywriter” per cominciare a ricevere testi su base giornaliera;
- E’ sufficiente creare le linee guida una sola volta, in questo modo ogni nuovo copywriter potrà sfruttare sempre le stesse indicazioni senza la necessità di spiegarle ogni volta;
- E’ un network molto economico e non vengono conteggiate le stop words.
Queste sono le principali motivazioni per cui sarebbe profittevole utilizzare un network per generare nuovi contenuti per il proprio progetto. Tuttavia dopo un’esperienza così intensa con Melascrivi e dopo aver effettuato un vero e proprio stress test della piattaforma ho individuato alcuni lati negativi che ritengo meritino la giusta menzione:
- La qualità dei testi che ho richiesto andava dalle 3 alle 4 stelle (il massimo) ma quelli che mi sono arrivati nella maggior parte dei casi non erano redatti da persone minimamente appassionate alla scrittura. Molti presentavano errori grossolani, frasi ripetitive e poco scorrevoli;
- Spesso ho dovuto mandare il testo in revisione perché non rispondeva alle domande che avevo indicato nelle linee guida;
- Molti dei “copywriter” sono sulla piattaforma in cerca di guadagni facili, dunque leggono le linee guida per qualche secondo e poi si buttano nella scrittura;
- Ho testato il servizio di revisione dei testi integrato ma non è bastato nemmeno quello per ricevere contenuti senza errori.
Da questa esperienza ritengo che sia molto più profittevole nel long-term investire nel rapporto con copywriter privati che spesso possono costare quanto quelli su Melascrivi e sono in grado di garantire una qualità migliore. Certo, non sarà possibile automatizzare il tutto, quindi è necessario valutare in base ai propri obiettivi e agli standard di qualità.
Struttura dei Contenuti
Per i testi ho generato un template, cioè uno schema ricorrente in base alla tipologia (recensione, news o guida). Lo scopo dei template è quello di analizzare grossomodo sempre gli stessi aspetti che riguardano i prodotti in questione. Nell’ambito dei televisori, ad esempio, ciò che molti utenti richiedono è ovviamente la qualità dell’immagine, i pregi, i difetti e l’audio.
Nel tempo ho elaborato schemi maggiormente performanti ed ho scoperto ad esempio che converte molto bene la sezione dedicata ai pregi e ai difetti. Quindi in questo caso organizzo le aree tematiche nel seguente modo:
- Introduzione/Riassunto: argomentare in modo generale, facendo un riassunto dell’intera recensione
- Pregi e Difetti: elencare i lati positivi e quelli negativi
- Qualità dell’immagine: parlare di risoluzione, delle eventuali problematiche riguardanti l’effetto glow e delle cornici
- Qualità dei materiali e Design: descrivere di quali materiali è fatto e definire le forme in base allo stile
- Audio: qual è la qualità dell’hardware audio integrato? E’ sufficiente o è necessario ricorrere ad accessori esterni?
- Compatibilità: può essere utilizzato come monitor? Quali connessioni cablate o wireless prevede?
Questo template è sempre più o meno così, infatti per ogni prodotto è necessario analizzare i pregi e i difetti, così come i materiali. Sono presenti poi le caratteristiche uniche, come l’audio e la qualità dell’immagine, che appartengono solo a determinate categorie di prodotto. Ad esempio un rasoio non possiede nè audio nè qualità dell’immagine, quindi in questo caso il template comprenderà la precisione del taglio e la quantità delle vibrazioni.
Per individuare questi elementi è necessario guardare le recensioni ad esempio su YouTube oppure semplicemente andare al MediaWorld o all’Euronics e capire quali possano essere le informazioni che si desidera avere prima di acquistare il prodotto in questione. Anche in questo caso la conoscenza approfondita del prodotto è la prima regola per un contenuto strutturato nel migliore dei modi.
Pubblicazione ed Organizzazione
Questa è la fase operativa nella quale ho creato un vero e proprio calendario editoriale per dare forma al sito. Ho impiegato ben 60 giorni per pubblicare ed organizzare la struttura di tutti i contenuti e non è stato assolutamente semplice, ho dovuto effettuare tante modifiche e cambiare la struttura delle sottosezioni, ma alla fine ne è uscito un lavoro ben ottimizzato. Per questa ragione ho deciso a priori di escludere la categoria principale dalla path URL, altrimenti avrei dovuto ogni volta effettuare gli appropriati redirect verso le nuove pagine di destinazione.
Molto spesso ci si chiede se sia meglio pubblicare tutti i contenuti in una sola volta, o in un breve periodo, oppure farlo con la modalità drip feed, cioè una goccia per volta. Nella maggior parte dei casi personalmente pubblico tutto appena i copywriter mi mandano il lavoro svolto, dunque non ritengo ci siano problemi nel pubblicare 40/50 contenuti al giorno, piuttosto che spalmare le pubblicazioni in un periodo più lungo.
Ciò che ho osservato con Marco Fanelli, un caro amico, è che spesso quando si pubblica una grande mole di contenuti, Google tenda inizialmente ad “accettare” il tutto e comincia a farlo posizionare normalmente. Tuttavia, dopo un periodo iniziale di “euforia”, tende a limitarne il posizionamento a prescindere dalla qualità. Il motivo è l’age, cioè la vecchiaia e la maturità dei contenuti, infatti Google desidera raccogliere i dati necessari per “fidarsi” prima di concedere più visibilità.
Categorie e Tag
In questo progetto in particolare ho utilizzato sia categorie che tag per organizzare la struttura dei contenuti. Oltre a farlo in modo editoriale, cioè con link interni testuali, ho creato 97 categorie per creare dei compartimenti stagni tra i diversi brand e le serie (per esempio distinguendo i prodotti professionali da quelli economici nell’ambio della stessa marca).
Ho utilizzato invece i Tag per creare una categorizzazione trasversale: mentre la categoria serve per filtrare i Samsung Serie T e Serie U, ho utilizzato i tag per filtrare i televisori Samsung dotati di tecnologia Led da quelli con tecnologia QLED. Per finalità Seo avrei potuto fare tutto usando semplicemente le pagine di WordPress, che ammettono la gerarchizzazione, tuttavia ho preferito distinguere anche fisicamente nel backend le varie sezioni, in questo modo è più facile intervenire sulle eventuali modifiche e ottimizzazioni, riuscendo a trovare subito le sezioni d’interesse.
Specifico che nessun post (dunque prodotto) sia stato inserito in 2 categorie differenti. Ciò significa che nessuna pagina di categoria risulta essere duplicata, il contenuto di ogni categoria è del tutto originale e contiene link ad altri post. Qualcuno potrebbe dire:”Ma se il televisore Samsung UE32M5520AKXZT rientra nella categoria della Serie U ed in quella dei 32 pollici, in quale dovrei inserirla se non posso farlo in entrambe?”.
Alla precedente domanda risponderei dicendo che bisogna scegliere in base alla caratteristica predominante per gli utenti di tale prodotto. In questo caso la inserirei nella categoria dedicata ai televisori Samsung da 32 pollici, infatti gli utenti cercheranno raramente la Serie U di quanto non lo facciano con i Samsung da 32 pollici. Per questa ragione vorrei essere nella SERP “samsung 32 pollici” piuttosto che in quella “samsung serie u”.
Può capitare che il produttore, nell’ambito della stessa serie, abbia prodotti dotati di differenti tecnologie, quindi la categorizzazione per la Serie U non è abbastanza profonda e non aiuta gli utenti a scegliere un televisore così come potrebbe farlo una categorizzazione per tipologia di pannello o dimensione. In tal caso chi sta visualizzando un post su un televisore Samsung da 32 pollici è meglio che abbia nella stessa pagina (grazie ai widget o link editoriali) un’ampia scelta di altri TV di Samsung della stessa dimensione, piuttosto che della stessa serie. Infatti se sta cercando quella precisa dimensione è probabile che sia quello lo spazio a sua disposizione, oppure quest’informazione indica il suo budget. In entrambi i casi è evidente che bisogna conoscere bene il proprio target e che a priori non si possa definire una categorizzazione più congeniale per sè stessi o per la tipologia di prodotto, bisogna basare le proprie scelte su quelle degli utenti.
Struttura Deep
Ho creato categorie di primo e di secondo livello. Quella di primo livello raccoglie tutta la Serie U ma al proprio interno, fisicamente, non ha nulla, è solo una categoria principale. Se visualizzo la pagina di questa categoria vedo tutti i post che sono presenti nelle sue sottocategorie perché WordPress funziona in questo modo, mentre nel backend è stata spuntata solo la casella di una sua sottocategoria, ad esempio Serie U Led.
In questo modo ho generato una pagina principale che raccoglierà tutta la Serie comprese le pagine secondarie molto specifiche che la segmenteranno per una determinata caratteristica (dimensione o pannello). Dunque i post della Serie U sono tutti “marchiati” con la categoria Serie U Led, Serie U LCD, Serie U 32 Pollici e nessuno con quella principale.
A questo punto la pagina principale della gerarchia, Serie U, al proprio interno, attraverso il campo della descrizione, contiene tutti i link interni alle sottocategorie. Il tutto è stata realizzabile grazie WordPress e del codice custom che permette di gestire le pagine di categoria proprio come i post, inserendo codice HTML e testo.
Preciso che la pagina principale di categoria della Serie U è nel menù principale, dunque sarà scansionata con regolarità da Google bot perché è stata resa molto importante inserendola nella zona alta del sito e riproponendola in modalità sitewide. Detto questo, è importante linkare internamente le sottocategorie per favorire la distribuzione della link juice e rendere più semplice la scansione dell’intera sezione. Questa procedura, ripetuta per tutte le altre categorie, contribuisce a generare un flusso di interlinking perfetto che contestualizzerà al meglio ogni serie, ogni tipologia di pannello ed ogni dimensione dei televisori.
Link Building
Avere un progetto strutturato alla perfezione significa essere a metà strada, se poi si desidera che questo diventi davvero il portale più rilevante e popolare in un settore, bisognerà conferirgli autorevolezza utilizzando citazioni e backlinks di ottima qualità. Preciso che se non avessi organizzato il sito in modo ottimale e se avessi avuto meno contenuti dei miei competitors, a non mi avrebbe portato così lontano. I backlinks non rappresentano una bacchetta magica ma un fattore importante che serve per finalizzare gli obiettivi, avendo però a monte contenuti di qualità ed una struttura che favorisca la distribuzione della link juice data dai backlinks in entrata.
Pagine Hub
Si può ben capire che, avendo un sito di 746 pagine e l’esigenza di far posizionare grossomodo tutti i contenuti, è improponibile creare anche solo un backlink per ogni pagina. Dunque la strategia dev’essere un’altra: aggregare i contenuti in macro-aree ed acquisire backlinks proprio per quelle. Per questa ragione l’organizzazione delle categorie (attraverso le categorie, link editoriali, tag) è così importante, infatti un backlink che finisce su una pagina aggregata, automaticamente trasferisce forza a tutte le pagine interne che sono linkate.
Il backlink sulla pagina di Samsung Serie U darà forza alla sottocategoria Serie U Led e a Serie U LCD, ed allo stesso modo farà con tutti i post contenuti al proprio interno. Al contrario, backlinks acquisiti su pagine “chiuse” o strutturate con argomenti sbagliati, faranno sprecare link juice lasciando il sito isolato.
Per questa strategia si può ben intuire che i backlinks di bassa forza non facciano al caso nostro, infatti la forza sarà divisa tra tante pagine ed un backlink già di basso valore conferirà una forza bassissima a tutte le pagine interne del nostro sito. Motivo per cui per riempire una cisterna non basta assolutamente un cucchiaio, non ci si riesce in tempi apprezzabili, bisogna quindi procurarsi un idrante.
Anchor Text
Il sito di test non ha nemmeno un backlink con anchor text contenete keywords exact match. Significa che non ci sono keywords specifiche negli anchor texts ed è stata una scelta vincente. Quando si parte con la link building si tende a creare uno squilibrio tra anchor text pieni di keywords e quelli di brand, nel mio caso ho utilizzato solo quelli di brand. Il risultato? Sorprendente! Inizialmente avevo utilizzato qualche keyword ma ho provveduto a farle modificare inserendo qualcosa di molto più generico e che non si riferisse a qualunque genere di ricerca degli utenti.
Ho utilizzato “nomebrand.com” oppure “recensioni di nomebrand.com” e così via, quindi al massimo un match parziale. Con gli anni Google è diventato sempre più sensibile agli anchor text contenenti le keywords, dunque ci si posiziona velocemente, tuttavia è una situazione che dura poco perché nel migliore dei casi si viene filtrati nei risultati di ricerca (si finisce in 3a, 4a pagina a seconda del filtro) ma nel peggiore si può subire una vera e propria penalizzazione.
La scelta di optare per il nomebrand come anchor text è arrivata dalla seguente considerazione:”Non voglio diventare autorevole per una determinata marca o modello, voglio essere il portale più autorevole per tutto il settore”. Quindi così come il Decathlon è autorevole per le attrezzature per lo sport, allo stesso modo il sito oggetto del test ha ricevuto tanti backlinks autorevoli che lo linkavano con il nome del brand. Questi sono i principali vantaggi:
- Sul brand si può “spingere” molto di più, Google noterà l’incremento dell’autorevolezza e della popolarità senza che questo desti troppi sospetti;
- Quando qualcuno linka un sito chiamandolo per nome sta comunicando che lo riconosce come entità autorevole in un determinato contesto e questo ha un peso grandissimo per il motore di ricerca;
- Essere chiamati per nome rende la crescita più credibile e naturale, oltre ad essere statisticamente il modo più diffuso sul web di linkare una risorsa.
Avendo commesso tanti errori, posso dire che la maggior parte dei problemi che si hanno con la link building riguarda gli anchor text. Si può anche ricevere un backlink da un sito di bassa qualità, a condizione che non contenga anche una serie di keywords di proprio interesse nell’anchor text, in quel caso ci si trova di fronte ad un errore per il quale si pagheranno le spese in futuro. Inoltre gli anchor text di brand sono potentissimi, sempre se ricevuti da siti di ottima qualità e con tanta link juice da poter distribuire.
Siti Autorevoli
L’biettivo della link building è acquisire backlinks da siti autorevoli ma, oltre a non essere economico, non è facile. In questo caso stiamo parlando di capitalizzare un intero mercato search, dunque ho cercato di ottenere i backlinks più autorevoli possibili ad un prezzo ragionevole. Ecco come ho trovato i siti in questione:
- Investigando sui profili backlinks dei miei competitors: si possono trovare siti target utilizzando qualsiasi tool per il backlinks audit come Ahrefs, SemRush, SeoZoom, Moz, Spyfoo e così via;
- Trovandoli in SERP: basta digitare in Google le principali keywords di interesse, identificare siti di natura editoriale ed inviare una semplice email di richiesta per guest posting o pubblicità, a seconda dei portali;
- Sui Social è possibile entrare in contatto con webmaster o appassionati del prodotto in questione per stringere relazioni sociali il cui fine, tra tutti gli altri ovviamente, può essere quello di scrivere un contenuto utile per il sito di qualcun’altro;
- Chiedere ad amici e conoscenti se a loro volta conoscono qualcuno nell’editoria e che collabori con testate giornalistiche. In questo modo si può richiedere un contenuto sponsorizzato o un pubbliredazionale;
- In base al budget si possono valutare i siti presenti in Google News, per esperienza moltissimi offrono questa tipologia di servizio.
Le metodologie sono tante, molti ad esempio fanno uso di interviste, elenchi dei migliori siti dai quali a propria volta si può ricevere un backlink, ed altri ancora acquistano semplicemente osservando le inserzioni nei gruppi Facebook, Google Plus e Linkedin. E’ possibile sfruttare Medium per ottenere visibilità ed autorevolezza, creando contenuti di qualità su questa piattaforma di social blogging, per poi organizzarli in Silo ed ottenere backlinks nofollow, menzioni e trasferimento di trust. Anche se presentano l’attributo nofollow sono molto rilevanti ed aiutano in un’ottica di ottimizzazione, oltre a portare traffico in target.
Traffico e Trends
Questo sito in particolare è incentrato sull’affiliazione di Amazon e per esperienza sapevo che mi sarebbe servita una quantità importante di traffico, dunque ho puntato su una media di almeno 20/25mila ricerche organiche al mese da Google. Questa è una quantità di traffico buona considerando che le keywords commerciali in media vengono cercate meno ma convertono decisamente di più, sono quelle che contengono “prezzi” oppure “recensioni”. Nel periodo di maggiore trend il sito ha raggiunto una media di 30mila ricerche organiche al mese.
Il prodotto oggetto del sito è stagionale, quindi viene cercato in modo più importante a Dicembre ed io sono partito a metà luglio con la pubblicazione dei contenuti e con l’ottimizzazione. Sapevo che avevo al massimo 3 mesi per tutte le attività, infatti dopo questi 3 mesi ne sarebbero dovuti passare altri 2 per raccogliere effettivamente i frutti per un totale di 5 mesi per raggiungere gli obiettivi. Man mano che l’ottimizzazione delle pagine andava avanti ogni giorno cercavo nuove opportunità di link building e di menzione del nome del brand. Ho creato anche tutte le pagine dei social per incrementare la crescita del brand, rendendolo più affermato e presente online.
Come si nota dal grafico, dopo 1 mese e mezzo dall’inizio dell’attività di link building, il sito ha cominciato a salire in prima pagina per moltissime keywords e la crescita è stata più rapida rispetto alle keywords sia in terza che in seconda pagina. Si tratta di una naturale conseguenza di un incremento di autorevolezza, dunque Google non ha potuto fare altro che premiare il sito più popolare, organizzato e “fornito” di quel determinato settore.
Sono stati utilizzati backlinks di elevata qualità perché trovo sempre i migliori riscontri ed il rapporto tra la spesa ed il beneficio è nettamente superiore. Parlando di posizionamenti sono stati raggiunti quasi tutti gli obiettivi facendo arrivare oltre 300 keywords tra la prima e la terza posizione ed un totale di 1400 keywords in prima pagina. Ecco un esempio di dati forniti direttamente da SeoZoom.
Attualmente sto inseguendo il posizionamento per la prima keyword secca, quella da 12mila ricerche mensili. Un obiettivo ambizioso che aumenterà il traffico ma a cui probabilmente non corrisponderà un significativo incremento delle vendite, anche perché è molto generica. La considero una sfida personale a prescindere dalle finalità di tale posizionamento.
Preciso che alcune di queste keywords non siano state nemmeno targetizzate, alcune non rappresentano i miei obiettivi di posizionamento. Ciò che ha permesso al sito di posizionarsi proprio lì è stato l’immenso trust trasferitogli dai backlinks di elevata qualità. Questa è un’importante lezione che ho imparato, concentrasi solo su pochi backlinks ma di pregiata qualità, in questo modo sarà molto più difficile essere raggiunti dai proprio competitors e ne giovano sia i tempi che la qualità dei posizionamenti.
Questa è l’attuale situazione del sito e presenta un traffico costante. La media giornaliera è di circa 1000 ricerche organiche. Ecco il grafico completo della crescita fino a Dicembre 2017, periodo di trend del prodotto in questione.
Prima del periodo in cui si identificano quei 3 picchi è stato effettuata l’ottimizzazione del sito per renderlo più veloce e performante. Il TTFB è migliorato ed è stato riscontrato un aumento significativo di traffico. Precisato ciò, non ritengo che sia stato tale cambiamento a determinare un miglioramento del ranking perché dall’analisi dati è emerso che solo alcune pagine in particolare abbiano beneficiato di tutto il traffico in più, dunque non l’intero sito come sarebbe dovuto accadere se la velocità avesse avuto un ruolo così importante in questo grafico.
Velocità del Sito
Il sito più autorevole in un settore non può essere il più lento e, se l’ambizione è quella di renderlo il migliore, è necessario lavorare sugli elementi di ottimizzazione della velocità al fine di servire le richieste nel modo più performante possibile. La velocità è il primo elemento di user experience che può influenzare negativamente la navigazione degli utenti sul sito, per questo, con l’aiuto di Davide Gobbi, siamo riusciti a ridurre il TTFB (Time to First Byte) e di conseguenza abbiamo ottimizzato i tempi dello Start Render e del Document Complete, trasformando il sito in una piattaforma leggera da servire.
Utilizzando il protocollo https e successivamente abilitando l’http/2, sono stati riscontrati netti miglioramenti per il Google bot durante la scansione. Il crawl budget naturalmente è rimasto più o meno lo stesso, non vengono periodicamente pubblicati nuovi contenuti ma, avendo alleggerito le pagine, Google bot è riuscito a scansionare più pagine rimanendo nello stesso budget di risorse.
A breve è prevista l’implementazione di ulteriori ottimizzazioni per diminuire la latenza, configureremo sul protocollo http/2 la compressione degli Header (HPACK), dynamic TLS e TLS 1.3 con 0 RTT.
Attualmente il TTFB è di 0,280 secondi. Un buon valore lo è già sotto i 0,500 secondi e dipende molto dalla distanza del server dal quale si testa. In linea generale è meglio non trovarsi su valori superiori ai 0,800 secondi.
La linea rossa segna il giorno in cui sono state apportate le modifiche lato WordPress e Server. Al momento il tempo trascorso per il download di una pagina è sotto i 0,500 secondi, un valore buono per permettere a Google di non sprecare risorse del crawler inutilmente, inoltre la risposta ogni giorno è più o meno costante.
Conclusione
Il miglior modo per gestire un progetto in ottica Seo è considerare almeno i 3 principali aspetti: il business plan, i fattori on-page e quelli off-page. Se anche uno solo di questi dovesse mancare, il progetto rischierebbe di fallire inoltre, ottimizzando ogni singolo dettaglio, si possono raggiungere obiettivi che non erano stati considerati nella fase iniziale del progetto. La conoscenza del prodotto o del servizio che si decide di vendere o promuovere è cruciale per comprendere la sua diffusione e la forza dei competitors con i quali avremo a che fare.
La regola principale per conquistare un mercato search è sempre la creazione di valore e buzz intorno al proprio brand, a tal proposito è necessario eseguire manovre di Outreach e Digital PR. Se l’analisi ti è piaciuta mi farebbe piacere avere un’opinione perché ritengo che la condivisione possa portare solo al miglioramento reciproco.
Ciao , posso sapere se riesci a guadagnare più di 500€ al giorno con queste visite ?
Ciao Francesco,
cifre di 500 € giorno si vedono con un traffico totalmente differente da questo. Almeno dai 200mila visitatori unici al mese da Google. Specifico da Google perché deve provenire anche da keywords molto commerciali, non bastano nemmeno quelle più generiche riguardanti i “come fare”. Dipende molto anche dalla categoria merciologica e dalle commissioni di Amazon per quella categoria di prodotti.
Posso chiederti come mai hai preso come riferimento i 500 € al giorno? Grazie per l’eventuale risposta
Cifra casuale alta. Sarebbe un sogno guadagnare per me 500€ al giorno con la seo e sto cercando un modo.
Volevo chiedere se con questo sito e con le visite che facevi riuscivi a raggiungerle.
Non sono esperto quindi volevo farmi un idea sulle commissioni Amazon appunto 🙂
Grazie per la risposta
Va bene Francesco,
allora cerco di darti un’idea dell’entità di traffico che ti serve. Fai conto che ad una buona percentuale di commissione del 7%, per avere utili di 500 €, devi generare un fatturato complessivo di 7.150 € al giorno. Se scegli prodotti nella categoria “sport” (al 7%) che costano 70 € significa che ogni giorno devi più o meno portare 102 ordini ad Amazon attraverso il tuo sito.
Ricapitolando, per guadagnare 500 € al giorno hai bisogno delle seguenti previsioni:
– Commissione: 7%
– Prezzo del prodotto: 70 €
– Ordini giornalieri necessari: 102
– Traffico necessario: almeno 5000 ricerche organiche al giorno da keywords commerciali
Da questi dati emerge che ogni 50 visitatori devi avere un ordine, cioè un conversion rate del 2%. Ti dico che questi dati siano raggiungibili ma devi essere parecchio “convincente” con delle ottime CTA e soprattutto le keywords devono essere molto commerciali, anche se proprio quest’ultime sono quelle che possiedono un volume di ricerca basso. Dunque l’unico dato poco credibile sono quelle 5000 visite da Google al giorno, se vuoi mantenere l’intento commerciale nelle keywords.
Grazie mille !! È uno scandalo però che siano così basse le commissioni .. ho letto poco fa sul sito di Amazon che vanno dall’1% per cellulari TV ecc.. al 10% per abbigliamento…
A questo punto mi conviene fare abbigliamento ?
Le commissioni non sono alte, questo è vero, però considera che dal punto di vista del business non ti accolli tutti i rischi derivanti dall’investimento sui prodotti che altrimenti dovresti vendere. E’ anche vero che sui prodotti che acquisterai avrai un margine di almeno il 30/40%, quindi compenseresti il rischio.
Diciamo che per iniziare a capire come funziona il mondo della affiliazioni, Amazon è un’ottima opportunità. Alla lunga però ti accorgerai che da un grande fatturato ottieni performance davvero basse. Considerando che l’investimento non sia orientato sui prodotti di magazzino ma che comunque deve essere orientato verso i contenuti e la Seo (il tuo tempo, i freelancers e così via). Dunque ti consiglio di testare il sistema in prima persona, capirai dopo qualche mese se il modello sia o meno sostenibile per i tuoi obiettivi.
Ottimo articolo, come sempre visto che ti seguo già da un po’ 🙂 Sto strutturando un progetto simile come esperimento seo per fare qualche test . Nel tuo progetto hai lavorato usando solo l’item “recensione” – inteso come articolo di blog arricchito con lo schema.org recensione – oppure hai abbinato anche veri e propri “prodotti” utilizzando woocommerce?
Ciao Fabio,
non ho implementato Schema.org e non ho utilizzato WooCommerce. Il sito oggetto del test è essenzialmente un blog, dunque non ci sono le schede dei prodotti, c’è solo un import attraverso le API di Amazon dei prodotti ma non vengono generate pagine nuove per ogni prodotto, è più un embed.
Si può fare anche con WooCommerce importando direttamente i prodotti da Amazon, in quel caso sarebbe molto vantaggioso utilizzare i markup adatti perché ogni prodotto possiede una propria pagina, dunque andrebbe ottimizzata 🙂
Ottimo, ti ringrazio! E complimenti ancora!!
Ciao Alessandro,
articolo molto interessante, complimenti.
Dal punto di vista della sostenibilità del business però mi resta qualche dubbio. Provo a chiederti qualche informazione in più , sapendo che magari non vorrai fare “disclosure”, ma tentar non nuoce 😉
1- Se capisco bene a dicembre arrivi a 1200-1300 sessioni al giono. quanti ordini riesci a piazzare con quel traffico? di che entità? nella mia esperienza, con quel traffico è difficile fare più di 4-500 euro al mese di sole affiliazioni, ma sarei felice di sentire il dato reale
2- Parli di produrre 500+ pagine di contenuti, ma non sono riuscito a cogliere il dettaglio. Quante parole per pagina in media? Qual’è stato il budget per la produzione del copy? Quale quello per l’editing finale, l’impaginazione e l’inserimento dei link di affiliazione?
3- ROI – a grandi linee, qual’è l’ROI stimato rispetto all’investimento iniizale? In quanto quantifichi il costo di implementazione del sito (scorporando o meno il tuo tempo, se sei l’unico proprietario)? Quanto tempo è previsto per arrivare a BEP?
4- Persistenza – Un sito di questo genere lo lanci e poi lo lasci decadere progessivamente, oppure cerchi di mantenerlo e farlo crescere nel tempo? Per quanto tempo ti darà utili? Quanto intendi spendere per mantenerlo?
Chiedo tutto questo solo perché all’inizio, giustamente secondo me, parli di un business plan, ma mi pare ci manchino gli elementi chiave per poterlo valutare oggettivamente.
grazie per l’attenzione, e buon lavoro,
andrea
Ciao Andrea,
vorrei fare delle premesse. Questo post è volutamente incentrato sulla Seo, dunque lo scopo non è parlare di quanto si guadagna con l’affiliazione di Amazon, questo è un argomento che sicuramente tratterò in futuro, ma al momento desidero condividere tutto ciò che riguarda il puro posizionamento organico. Per questo non ci sono dati sui guadagni, investimenti e ROI.
Lo scopo dei miei test è cercare di capire come reagisce Google a determinate tecniche, in questo caso ad un sito di grandi dimensioni, ma in altre occasioni genero portali molto più piccoli ed agisco solo con la link building. Insomma dipende dal tipo di riscontro che desidero avere dal motore di ricerca per capire “come funziona”.
Premesso questo non sempre tutti i test riescono a generare denaro e questo per me non è un vero e proprio problema, i progetti di successo finanziano automaticamente tutti i test che eseguo.
Provo a risponderti con gli elenchi puntati così sarà più facile rileggere le risposte.
1. In questo caso specifico i guadagni sono nettamente superiori alla cifra che hai indicato e dipende molto dalle SERPs nelle quali si entra per generare quel traffico. 100 utenti interessati ad un prodotto da 50 € ad una percentuale di commissione del 3,5% sicuramente valgono molto meno di 100 utenti interessati ad un prodotto da 200 € al 7% di commissione. Parliamo di 1,75 € di guadagno nel primo caso e di 14 € nel secondo caso. E’ vero che per acquistare un prodotto da 200 € sicuramente è necessario lavorare molto sodo per portare il visitatore verso l’acquisto, dunque angles studiati perfettamente. Per questo ricevere il giusto traffico in target è di vitale importanza ed una fascia di prezzo del genere sicuramente amplifica le opportunità. Detto ciò, ritengo che il valore di 1000 visitatori non possa essere visto come un dato oggettivo, specialmente quando parliamo di affiliazione, contesto in cui i guadagni dipendono in modo diretto dal prezzo e dalla quantità del venduto.
2. La lunghezza dei contenuti è nel range tra le 500 e le 1500 parole, ho detto ai copywriter di essere esaurienti al massimo rimanendo in questo range di parole. A priori non credo sia possibile capire di quante parole debba essere lungo il testo, per questo ho affidato le ricerche ai copywriter. Se su un prodotto non c’è molto di cui parlare allora il testo uscirà di 500 parole (ad esempio se è davvero poco recensito e se esistono poche informazioni sul web perché è di nicchia). Il budget è quantificabile in un x.xxx medio/basso.
3. Il ROI dipende molto da come ci si riesce a muovere. Ci sono moltissimi casi in cui si risparmia con i freelancers ed in altri in cui occupandosi di grafica, pubblicazione e così via, si riesce a snellire al massimo la struttura. In questo caso particolare il BEP è stato raggiunto dopo 5 mesi, ma non è una regola, infatti trovo moltissime discrepanze con altri progetti che impiegano ad esempio 4 mesi ed altri fino ad 1 anno e mezzo. Per quanto riguarda il ROI al momento è al 250% dopo 1 anno, ma considera che non è assolutamente una regola nemmeno questa. Per quanto io possa creare delle medie dipende moltissimo dal costo del prodotto, dalla percentuale della commissione, dalla stagionalità e soprattutto dalla qualità del traffico che arriva. Non posso assolutamente dirti che con 500+ contenuti e 1200 visitatori al mese si riesca a replicare tale ROI così come può essere possibile che lo si superi.
4. Tutti i miei siti sono test, quindi ottenuto il risultato cadono automaticamente dopo un paio d’anni. Non ho interesse ad effettuare la manutenzione perché lo scopo di questi test è comprendere le meccaniche di Google. Certo, Amazon finanzia i miei test, ma genero un portale ogni mese, dunque le entrate sono costanti. Inoltre i progetti nei 2 anni prima di perdersi per strada generano introiti passivi, dunque generano utili da reinvestire in altri test.
Spero di averti risposto in modo esauriente e se hai altri dubbi chiedi pure.
Ciao Alessandro e complimenti per l’ennesimo articolo interessante e utile! Visto che la direzione in cui si sta andando è quella del siloing e dell’espansione semantica dei contenuti, vorrei chiedere la tua opinione su una situazione che esce al di fuori di questo schema: backlinko.com.
Se fai un site:backlinko.com infatti vedi che ha circa 70 pagine indicizzate contro le 2000 e passa di competitor come quicksprout.com e altri big del suo settore. è nella top3 per keyword come “keyword research”, “backlink” e altre kw molto importanti. Parliamo di SEO nel mercato anglosassone, quindi la competizione dev’essere importante. Secondo te qual è il fattore che riesce a dargli così tanti risultati senza essere “outstanding” dal punto di vista della quantità di contenuti?
Grazie e continua così!!
Ciao Luca, ciò che noto nel sito di Backlinko sono i backlinks, ne ha diverse migliaia e da fonti autorevoli. I suoi post spesso diventano virali e vengono linkati da moltissimi siti in ambito Seo. Quindi secondo me i backlinks molto tematici e in gran quantità hanno un impatto rilevante su quei posizionamenti. Sono di fondamentale importanza tutti gli altri fattori come il CTR in SERP e i segnali indiretti che gli utenti generano con l’interazione con le pagine del sito di Backlinko e quelli dei vari competitors.
Secondo me il processo che porta Backlinko in alto parte da qui: Google vede che molte sorgenti Seo stanno linkando le risorse di Bakclinko quindi decide di monitorare il comportamento degli utenti, percentuali di pogo sticking, il CTR in SERP, la prefrenza per Backlinko nello storico delle ricerche correlate a quella query e quelle sempre inerenti la Seo più in generale. Incrociati tutti i dati, se Google capisce che mediamente c’è una preferenza per Backlinko nelle ricerche inerenti la Seo, allora quel sito la preferenza ce l’avrà anche da Google.
Penso sempre che Google “vale” meno degli utenti, cioè a dettar legge nel mondo normale sono gli utenti con le proprie preferenze e scelte a prescindere dal marketing delle aziende. Google è a conoscenza di questo ed affianca l’algoritmo “oggettivo” basato sulle metriche (quelle sue interne come content, popularity, topic) a quello basato sulla raccolta dei dati generati dagli utenti che cercano sul campo.
Premesso ciò, Brian Dean è diventato virale nel mondo reale e tutti parlano di lui, probabilmente più dei suoi competitors, quindi le ricerche nel suo cluster sono aumentate e di conseguenza la popolarità per Google nei suoi confronti è un punteggio che si è alzato nel tempo. Dall’esterno tutto questo è ababstanza calcolabile, basti osservare il trend delle nuove keywords nate su Brian Dean e sul suo sito e le menzioni nei forum. Questi sono tutti segnali di crescita di popolarità e sicuramente giocano un ruolo cruciale nell’analisi.
Chiarissimo, l’avevo intuito ma non ero mai riuscito a giustificare questa tesi con così tanti dati oggettivi… grazie mille del feedback!
Ciao , volevo chiederti un informazione riguardo a melascrivi..
Anch’io uso questo servizio ma non ho mai usato il servizio redazione , qual’e la differenza ?
Ti danno ad esempio 100 articoli tutto assieme ?
Ti. Consegnano gli articoli prima ?
Quando tu inserisci gli articoli scritti li inserisci uno ad uno o li fai inserire a loro ?
Grazie mille
Ciao Roberto, la redazione è composta da copywriter di tua scelta, puoi inserire i copywriter che più ti piacciono in una determinata redazione oppure puoi richiedere a Melascrivi la creazione della stessa.
Non consegnano gli articoli prima e non consegnano 100 articoli tutti insieme. La redazione serve per creare un tuo gruppo privato di copywriter per far scrivere i tuoi articoli a loro e non a tutta la community di Melascrivi. Senza la redazione i testi vengono offerti a tutta la community, quindi possono non essere persone che conosci e con cui hai già lavorato in precedenza ma persone random che rispettano i requisiti qualitativi delle stelle che scegli.
Per quanto riguarda la domanda finale l’inserimento dei tuoi articoli nel tuo sito lo puoi far fare a chiunque.
Ciao Alessandro, grazie per queste informazioni che fanno la differenza sia per coloro che hanno esperienza che per chi come me è agli inizi, permettendo cosi di partire col piede giusto.
Riguardo la link building volevo chiederti quanto segue :
– nel sito di questo esperimento attualmente quanti backlink ci sono ?
– qual è stato il n. minimo di backlink che ti ha permesso di fare un primo balzo in avanti di una certa entità (balzo possibile sempre grazie all’accoppiata con quantità e qualità dei contenuti nonché alla loro organizzazione in silos)
– in termini di percentuale, qual è la percentuale di backlink che punta alla home page ?
– la restante percentuale di backlink punta alle pagine di categoria o come tu le chiami pagine hub?
Grazie
Ciao Giuseppe, cerco di risponderti punto per punto così troverai una risposta più ordinata.
1. Ci sono quasi 100 referring domains unici
2. I primi 20 backlinks da altrettanti referring domains hanno sicuramente dato una prima scossa al sito
3. Tra il 20 e il 30%
4. Si, la maggior parte dei backlinks punta sulle pagina hub di categoria. Una piccola parte punta verso le pagine target che hanno lo scopo di convertire in modo diretto.
Ricordo che questi sono tutti test, quindi non è detto che sia la scelta migliore operare in questo modo, nonostante risultati siano stati ottimi. Le due domande sono molto specifiche quindi per i tuoi progetti ti consiglio di prendere spunto da questi numeri ma di non rimanervi attaccato in modo scientifico o “universale” perché ogni settore richiede condotte differenti in base ai tuoi competitors. Io ho agito così perché ho ritenuto questa strategia la migliore per competere contro chi avevo nelle varie SERPs.
Rimane sempre un discorso molto relativo e basato sul contesto della tua nicchia. Una cosa però posso confermartela con un certo gradi di successo: se crei siti web senza fare link building è molto probabile che tale progetto non abbia successo. Al contrario, basterebbe avere una decina di ottimi backlinks per fare la differenza in un settore non troppo competitivo e soprattutto se hai un sito con contenuti specifici.
Grazie mille Alessandro, per questo tuo ulteriore insegnamento.
Complimenti per coraggio ed intelligenza mostrata, necessari per ottenere simili risultati.
Ti seguo!!
Ciao Alessandro, complimenti per l’articolone a SILO che ha scritto. Davvero chiaro ed esaustivo.
Volevo chiederti una cosa:
Utilizzare lo stesso link affiliato su Amazon su SITI differenti che però hanno qualche link tra loro, può essere “pericoloso”, così come avere lo stesso codice Adsense? Hai delle conferme in questo senso, tu come ti regoli?
Ciao Fabio,
dalla mia esperienza non ho avuto problemi, nella maggior parte dei casi son stato penalizzato per “cattiva condotta” e non perché li interlinkavo o per il tracking code uguale. Gestisco i siti di test su una manciata di account di Google Webmaster Tools, quindi se Google volesse penalizzarmi lo farebbe in 5 minuti. Per come la vedo io è più un problema legato al modo in cui linki i tuoi siti e soprattutto se sono siti di qualità. Un sito autorevole che linka un altro sito autorevole, anche se facente parte dello stesso network, non verrà penalizzato proprio perché gode del trust di Google.
A tal proposito ti consiglio l’articolo dell’ottimo ViperChill nel quale spiega come proprio grazie a questi schemi di interlinking tra siti dello stesso network il portale BestProducts.com stia scalando le SERPs in modo esponenziale. Questo sito sta letteralmente controllando le SERPs di Google.com con qualsiasi query riguardante i prodotti.